Riqualificazione energetica: la domanda c’è, ma il portafoglio non sempre

In Italia la voglia di riqualificare casa è alta. Il problema è che, spesso, resta un desiderio più che un progetto cantierabile. Secondo la seconda indagine Nomisma, 11 milioni di famiglie (il 54% del totale) dichiarano che nei prossimi tre anni intendono fare interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico, ma 4,7 milioni di nuclei non hanno le risorse necessarie per partire davvero.

Il dato chiave, per chi fa policy (e per chi vende casa), è il “divario” tra intenzione e capacità di investimento. Non è una sfumatura: è il mercato. L’indagine evidenzia che 4 famiglie su 10 (4,4 milioni) hanno meno di 20.000 euro disponibili per ristrutturare; oltre il 35% considera il proprio reddito “appena sufficiente” e un altro 7,6% lo giudica insufficiente. In parallelo, l’82% delle famiglie indica la capacità di reddito come leva principale che può sbloccare nuovi interventi.

In questo contesto, la conferma della detrazione al 50% viene letta come un argine per evitare una contrazione brusca della domanda in una fase già di assestamento. La previsione è di chiudere il 2025 con circa 50 miliardi di spesa, in calo del 29% rispetto all’anno precedente, ma comunque su livelli ben superiori al pre-Covid (circa 28 miliardi nel periodo 2014–2019).

Dal lato imprese, la fotografia è meno “green brochure” e più realtà di cantiere: le criticità non sono solo la flessione della domanda, ma anche la difficoltà nel reperire manodopera qualificata, l’aumento dei prezzi delle materie prime e soprattutto l’incertezza normativa e fiscale. Senza un quadro stabile degli incentivi, programmare investimenti e attività diventa un azzardo. CNA stima che il 2025 possa chiudersi con un calo intorno al 3% di fatturato e ordini.

Due novità regolatorie che dal 2026 cambiano il gioco (soprattutto nel pubblico)

1) Nuovi CAM edilizia (Criteri Ambientali Minimi)

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.M. 24 novembre 2025 sui CAM per interventi edilizi

(GU 3 dicembre 2025). Il decreto sostituisce l’impianto precedente e diventa il riferimento per integrare criteri ambientali in progettazione, lavori, manutenzione nelle opere pubbliche. L’entrata in vigore è fissata 60 giorni dopo la pubblicazione, quindi dal 2 febbraio 2026.

2) Nuovo “Decreto Requisiti Minimi” per le prestazioni energetiche

Sempre il MASE ha pubblicato il D.M. 28 ottobre 2025, in G.U. 5 dicembre 2025, che aggiorna il D.M. 26 giugno 2015 su metodologie di calcolo e requisiti minimi. Le nuove regole entrano in vigore 180 giorni dopo la pubblicazione, quindi saranno pienamente operative dal 3 giugno 2026.

Impatto diretto su progettazione, APE e verifiche (Legge 10).

Il messaggio, in fondo, è semplice e poco sentimentale: gli italiani vogliono case più efficienti, ma senza strumenti finanziari e regole stabili il mercato rimane “potenziale”, non “realizzato”. Se davvero vogliamo che la transizione energetica entri nelle case (non solo nei convegni), bisogna chiudere il gap tra intenzione e possibilità con un sistema di incentivi duraturo, progressivo e bancabile, mentre sul lato imprese serve certezza normativa e capitale umano qualificato. E nel 2026, tra CAM e nuovi requisiti minimi, la sostenibilità smette di essere un’opzione estetica: diventa capitolato, procedura e conformità.

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